17.2.06

ho scritto al Gazzettino

...e non ho visto la Madonna. Vi faccio parte della mia mail inviata a Claudia Meschini dopo che mi ha scritto molto gentilmente offrendo la sua solidarietà. ciao Claudia, allora..ho letto i due articoli che mi hai segnalato su questa mail. Sostanzialmente ribadiscono ciò che già si sa, ma non è certo possibile altrimenti. Gli interloquiti, cioè Giannantonio e Alberto, sono certamente rappresentativi nell'ambito musicale cittadino ma, naturalmente, il loro punto di vista è parziale. In particolare quello di Alberto, che è un amico e collega, ma dal quale non sempre si può condividere lo stile. Quello che a me preoccupa non è soltanto la situazione del fare musica a Venezia, che è indegno di un paese ma la produzione culturale in toto. La municipalità ha il dovere di preoccuparsi non solo di trovare posti dove fare cultura (come diceva il titolo dell'articolo); un posto, oggi che siamo nell'era di internet, diventa necessità relativamente sufficiente. Il vero problema è il cambio di mentalità che bisogna cercare; un diverso atteggiamento da parte degli addetti ai lavori, tipo assessore alla cutura, che desideri investire denaro e tempo per proposte che nascono dalle strade veneziane. Un diverso atteggiamento da parte dei citadini, educati a credere che le responsabilità dei disagi notturni derivi dai concerti nei locali e che crede che amplificazione sia uguale ad alti volumi. Anche loro imparino a riprendersi la vita, come in passato, quando le notti estive vedevano circoli di sedie e cittadini intenti a godersela in chiacchere...e canti. Mi spiace che nel primo articolo sulla querelle Torino sia uscito che io abbia avuto problemi perchè la mia batteria era amplificata. primo: quella sera non stavo suonando-secondo:io non ho mai amplificato il mio strumento. La verità è che, secondo la "grida" comunale non si può amplificare alcunchè ma si può, al termine del concerto, alzare lo stereo del locale a piacere. Oggi come oggi non si può fare una data di jazz senza un ampli per il contrabbasso che fornisca quel minimo di volume che permetta a questo strumento di farsi sentire il giusto per non essere seppellito dagli altri strumentisti. Per il resto le jam del Torino vedono strumenti senza amplificazione. E poi: io credo che suonare fino alle 23 una volta alla settimana possa concedere il diritto al gestore del locale di ospitare musica amplificata. Intanto a san Luca non abita nessuno e poi sfido trovare qualcuno che alle 23 sia a letto. I pochi abitanti rimasti a Venezia al limite si guardano "Porta a Porta" o "Zelig". Cosa vuole la gente "perbene"? Fino a dove possono prevaricare il diritto alla creazione artistica? Davvero l'attegiamento nei confronti della musica dal vivo e verso la cultura è a priori negativo. Il governo ha problemi di bilancio? I primi tagli vengono fatti alla cultura. Naturale: i libri non si mangiano, la musica non si mangia. Nutrono parti certamente più nobili ma con la mentalità di oggi (ahimè l'italiano mediamente resta...fascista e materialista) cosa può interessare? venezia è stata venduta brano a brano: l'ultimo affare, come diceva un mio amico regista. Venezia così com'è produce soldi senza troppa fatica: il carnevale è sempre più misero nella sua programmazione ma tanto c'è la televisione che propone le solite immagini fasulle di maschere lussuose che spuntano dai colonnati. La realtà? Torme di gente sbronza, perchè non sa che fare o di turisti passeggianti che restano stupiti dalla povertà della proposta. Ricordi capodanno? Piazza san Marco? Fenomeni vandalici come quelli sono inevitabili quando non ci si cura di creare opportunità di incontro e di festa. Nemmeno questa giunta brilla per coraggio; anzi la delusione per gente come me, di sinistra, è grande. C'è una presunzione di fondo, pastette politiche che vedono personaggi non presentabili (Salvadori, ricordiamo le sue ridicole uscite savonarolesche del passato?) stare a gomito di "illuminati" professori.... Io credo sia giunto il momento di dare una svolta. In un qualche modo dobbiamo riprenderci Venezia. L'unico ortaggio buono che può uscire dai masegni è l'intelligenza. I carciofi li aspetto a sant'Erasmo. Grazie, ciao Giovanni

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