27.2.06

www.petitiononline.com

proposta: estendiamo la petizione tramite il sito www.petitiononline.com ? Mi ero ripromesso di farlo adesso ma ovviamente è il caso di sentire il parere di tutti noi. La nostra petizione può sembrare una goccia nel mare delle petizioni, anche piu' importanti, (anche se tentare di rendere Venezia una città viva è importantissimo, a dir la verità).

25.2.06

DO YOU LIKE cARNEVALE?

Ciao signore/i. Mi permetto di pubblicare alcune riflessioni su quest'ultimo Carnevale, che ho vissuto da musicista. Oggi, sabato grasso, Venezia è invasa da una marea di persone. Queste persone sono attratte e ipnotizzate da Venezia in "festa". Mi immagino negli occhi di uno di loro restare stupito da questi inediti panorami e dall'orgia di gente che razzola per le calli. Credo che loro si sentano immersi in una magia particolare. Ma li vedo girare, girare, girare a vuoto. Forse abbacinati dalla novità non si accorgono quanto poco è a loro proposto e accolgono come una mano santa le piccole occasioni a loro offerte. Oggi ho suonato in via Garibaldi col gruppo di Tommy; via Garibaldi resta sempre un po' defilata rispetto al resto della città e quindi il passaggio era meno ingente. Si divertivano ad ascoltare questi concerti dispiegati lungo il terà, concerti che terminano alle 18.30. ieri, dopo una prova ho tirato tardi e sono arrivato al caffè Aurora e poi in Erbaria col socio, cantautor Giovanni Dell'Olivo. Gente che beveva, musica, voglia di stare insieme. In erbaria un'orgia di persone, vino anche cattivo, il sindaco Alberto Seggi con la banda da Rio... Niente da dire, piacevole e confuso come deve essere una festa ma mi è sembrato che le occasioni fossero pochine e improvvisate. Quest'anno la municipalità ha dato il peggio di sè come offerta e non basta Goran Bregovic in piazza a salvarle la faccia. Carnevale è una festa dove più che mai si ha il diritto di impssessarsi della città e mostrare il volto nascosto di noi stessi e del luogo dove si vive. Si dovrebbe trovare musica dappertutto, feste dappertutto, concedersi scioglimento delle regole e dei ruoli. Invece, nonostante le lodevoli iniziative private di alcuni locali, una miseria. E' il caso di darsi da fare e di proporre una Venezia perennemente gravida di opportunità, dal semplice svago a omenti più densi. A presto ci troveremo per studiare il da farsi nei confronti del comune, proposte, rivendicazioni, evidenziamento delle problematiche. Intanto, firmate la petizione che è (a que che so) al Torino e al Cafè noir e al 'round Midnight. ciao

20.2.06

FOLIN DICE

eCCO L'INTERVISTA RILASCIATA DAL RETTORE FOLIN AL GAZZETTINO DI IERI: Difende i locali notturni, i pochi rimasti. Ma se la prende soprattutto con Ca' Farsetti che per i giovani non fa nulla, mettendo a rischio il futuro stesso di Venezia. Marino Folin esce allo scoperto e va giù pesante: «Il problema è gravissimo. E non si può risolvere con ordinanze di polizia. Serve una progettazione degli usi della città, ma questa amministrazione, come la precedente, non fa nulla». Il rettore dello Iuav, il mondo della notte, o quel che ne è rimasto, lo conosce bene e non solo indirettamente per essere a capo di un ateneo popolato da tanti studenti tiratardi. Pure Folin è un frequentatore di locali e vive quindi, in prima persona, le crescenti difficoltà di chi organizza (o organizzava) intrattemimento notturno in città. L'ultima notizia è che anche al bar Torino è stata sospesa l'autorizzazione ad organizzare concerti perché durante una serata jazz i vigili hanno trovato un amplificatore. E a causa della stessa ordinanza, che vieta l'uso di strumenti amplificati dopo le 21, negli ultimi quattro anni sono stati ben 13 i locali che hanno chiuso le porte al live. «É in corso un processo di trasformazione di Venezia - commenta il rettore -: si sta riducendo a una città turistica e basta e a un quartiere residenziale solingo. Le due facce dello stesso processo. E quel che è peggio è che va di pari passo con fenomeni incontrollabili di lievitazione dei prezzi.». In questo quadro «la presenza dei giovani è necessaria a Venezia - continua il rettore - ed è necessaria una politica per i giovani che comporti che possano stare nei campi e nei locali la sera. Questo è lo stile di vita dei giovani e non c'è città al mondo dove non avvenga. Penso a Parigi, Barcellona, Amsterdam... Ma anche a Palermo dove avevano previsto contributi per quei locali che ospitavano gruppi. Qui, invece, non si fa un boia: è indecente!». Folin insiste molto sull'importanza dei giovani per Venezia. «La cosa più drammatica che potrebbe capitare a questa città sarebbe perdere la sua popolazione giovanile - avverte -. E gli universitari fanno come da volano a tutti gli altri. Quando frequento i locali la sera vedo un bel mix di questo e quello. É una popolazione significativa che rappresenta la possibilità di ricambio futuro della popolazione». Ma per cui l'amministrazione non fa nulla - accusa il rettore . mentre cresce l'intolleranza dei residenti. «Da poco più di un mese abbiamo concesso uno spazio ai Tolentini a un gruppo di studenti autogestiti - racconta -. Il giovedì c'è la serata spritz e i vicini ci stanno già tempestando di proteste. L'impressione è che Venezia stia diventando un luogo dove si tollera la pura e semplice residenzialità. Molti locali, però, è proprio dall'apertura serale che traggono motivo di reddito. Quindi si sta minando alla base le condizioni stesse di sussistenza di Venezia con un'ulteriore dequalificazione della città. Vanno trovate delle soluzioni». Ma quali? «Bisogna studiarle caso per caso, campo per campo - sottolinea Folin -. Di certo non si risolve un problema come questo con un'ordinanza uguale per tutti. Serve, invece, una progettazione degli usi della città che tenga finalmente conto dei giovani. Ci possono essere soluzioni urbanistiche, architettoniche, di compromessi necessari con i residenti». Il rettore cita le «trappole sonore», immagina contributi per i privati che ristrutturino la casa, ricorda la possibilità di utilizzare spazi come l'ex area Italgas o l'ex caserma Manin... «Sarebbero molte le cose che l'amministrazione potrebbe studiare - conclude -, ma qui non si vede segno». Roberta Brunetti

FARE MUSICA

Da musicante quale sono mi chiedo cosa sia fare musica? La possibilità di creare armonie di spazi e suoni, un gioco libero di associazioni sonore dove il vuoto e il pieno dialogano. Per me il jazz è stata la possibilità di scoprire questo, come anche di comunicare emozioni in una maniera differente dalla canzone, che continuo ad amare sempre (ho un altro blog dedicato a Nick Drake infatti). "Emozione" è una parola pericolosa se usata in musica. Il sistema matematico dell'artigianato musicale permette di far provare emozioni a comando e questa è disonestà bella e buona che usano prezzolati muratori della canzonetta di consumo. Essere sul palco in due, tre o piu' persone e cercare di realizzare un'unità e produrre la magica sfera del suono attraverso vie traverse è uno dei momenti piu' impagabili e ad alto rischio per un musicista. Le jam al Torino ultimamente stavano diventando questo; partiti da una formula cocktail otto anni fa, si era arrivati a suonare fino alle due di notte, come i locali seri in contest non sempre ordinati ma selvaggi. Non sempre apportatori di crescita artistica ci servivano per sgrezzarci sul palco e ci facevano divertire (e ubriacarci) da matti. In questo caffè, l'ultimo luogo dove si potrebbe immaginare di fare una jam session molti di noi sono cresciuti e hanno cercato di fare un passo in piu' come musicisti. Oltre a me penso a Ropie o Alvise. Mai disturbato nessuno comunque, visto che non ci sono abitazioni intorno ma solo banche e uffici. Poi la delibera comunale ha messo un primo alt: concerti dalle nove alle undici. Ok ci stiamo: il momento dionisiaco e liberatorio viene tarpato ma si può suonare ugualmente. Amplificazione: tutti abbiamo sempre suonato acustici. Ovviamente bisognava dare un goccio di volume al contrabbasso e alla chitarra perchè, umanamente, sarebbe stato impossibile sentirli. Contravvenzione alla delibera!!! Già tante, troppe sono l regole alle quali tocca sottostare a Venezia...non ci siamo stati!!! Non si può scendere a patti con l'ignoranza di chi non sa che amplificare non significa suonare a volumi stadio ma correggere gli equilibri sonori fino a renderli al livello ottimale per sentirsi. Se penso al povero ampli da basso poi! una scatoletta di nome Maitho di pochi watt che tutt'ora resiste e la cui presa di corrente si fa largo tra le spine del condizionatore e delle luci che illuminano le opere d'arte che jebho espone. In quest'ultimo anno si è cercato di cambiare la jam; ormai la situazione era divenuta cronica e ripetitiva. Abbiamo conosciuto e diviso il palco con musicisti eccezionali come Beppe, Pasquale, Luigi, Federico, Danilo alzando il livello con dei veri e propri progetti musicali (il mio trio cober678, il Miingus project etc) e crescendo noi come musicisti. Occasionali jazzisti di passaggio si sono uniti a noi per suonare qualche standard. Ricordo soprattutto un anziano trombonista con un tiro della madonna col quale abbiamo suonato Lester leaps in a 200bpm!!!! Visti i recenti fatti accaduti mi chiedo se Venezia si meriti tutto questo.... Possibile che per l'assessorame vario ciò non comporti una perdita? Era già poco ciò che succedeva al Torino (poco nel senso che nella città che si vanta di essere la piu' celebre del mondo molti dovrebbero essere i luoghi dove ci sono veri laboratori artistici). cosa hanno voluto farne di questa città se non una costante vena d'oro a zero fatica?

ALTRE RIFLESSIONI

Cari tutti, molti di voi avranno letto le dichiarazioni rilasciate al Gazzetino da un re delle notti veneziane, il magnifico rettore della facoltà di architettura Marino Folin; anche lui si dichiara perplesso e allarmato davanti ad una gestione della vita serale veneziana a livello di paesotto della bassa padana. Cosa porta gli assessori alla cultura ad abbassare il livello della nostra città è un mistero incomprensibile ma è un fatto. A Venezia si può tranquillamente vivere di rendita (i beati pochi che ci riescono). per il resto l'alcoolismo è una delle poche vie d'uscita al clima depressivo e ingrato. Spritz per tutti, grazie!!! Anzi no: visti gli ultimi provvedimenti non potremo nemmeno abbandonarci ai riti di Comus. Penso al caso del povero Fede del 'Round che avrà un danno economico ingente, visto che la chiusura dei locali dovrà avvenire entro l'una, l'ora in cui lui comincia a lavorare...patetico!!! Al limite potremo litigare con qualche celerino o lanciarci falafel o bicchieri di latte. Buon carnevale. Allego due interventi di due amici e colleghi, due riflessioni che portano un bel contributo alla nostra battaglia: DANILO GALLO (SUA MAESTA') io propongo una raccolta firme, fare una delegazione di 3-4 persone al massimo, e una richiesta di incontro con assessore ....... niente altro e questo si puo' e si dovrebbe fare al di fuori di carnevale. lutto al braccio e fermare la musica e' contro la musica stessa. poi a carnevale rischia di diventare parte integrante del delirio nullo-culturale del momento. a noi e ai veneziani (cioe' quelli che vivono a venezia) non importa che si urli in inglese o cose di questo genere. ricordate che il bavaglio non e' messo solo ai musicisti, ma soprattutto alle persone che hanno bisogno di musica, al pubblico cioe', con cui bisogna essere sinceri ed onesti. non serve mettersi in mostra. pubblico che, ricordiamocelo, e' fatto anche di gente che vive ed abita a venezia. non c'e', a mio avviso, bisogno di destabilizzare. destabilizzare cosa? il nulla? mischiarsi al mare di "turistame" o "turistume"? a cui non gliene puo' fregare nulla della cultura a carnevale; non serve. la cosa piu' importante al momento e' DIRE e FAR CAPIRE a chi ci governa - perche' non lo sa_ che un amplificatore e' indispensabile per uno strumento come il contrabbasso, o una chitarra semiacustica, che quindi va "semi"amplificata, e che le spazzole, cosi' come le bacchette, sono due colori diversi ma intrinsechi allo strumento "batteria". DIRE al nostro assessore e al sindaco che bisogna che le autorita' siano piu' flessibili verso quei pochi gestori volenterosi che continuano a credere nella musica. la legge (assurda) dell'amplificazione e via discorrendo, c'e', ed i vigili la applicano. in attesa che si cambi la legge (e li' si puo' fare la battaglia) richiediamo maggiore flessibilita' affinche' l'autorita' non smorzi quel poco di entusiasmo che ha chi vive a venezia e che ha voglia di musica e fa qualcosa perche ce ne sia un po'. quella vera. ma in primis, dobbiamo crederci noi stessi nella musica, che e' l'unico obiettivo che abbiamo, ed impegnarci noi stessi a rispettarla di piu'. onesta', e come dice beppe, solo la nostra onesta' culturale verso la musica puo' permetterci di dimostare non che manca la musica e punto, ma che la gente, la cittadinanza, noi tutti ne ABBIAMO BISOGNO. esiste a venezia un'associazione culturale NOSTRA che abbia come scopo la diffusione e la promozione della musica come cultura? noi musicisti cosa abbiamo fatto fino ad ora a tal proposito? .......... ciao a tutti, danilo DANIELE GOLDONI (EMINENT PH.D) Sono d'accordo con Danilo. Inoltre: una associazione culturale sarebbe unabuona sede per articolare le ragioni culturali di una pratica diffusa equalitativamente abbastanza significativa (forse occore anche questodifficile passaggio, se si vuole avere come interlocutrice una "politica"non demagogica, solo a caccia di voti dei cosiddetti "giovani") di musicaa Venezia. Inviterei tutti noi (dopodiché anche i politici, eventualmente)a pensare alla penosa situazione di scollamento totale fra la musica"classica" istituzionale e di avanguardia (Biennale, Fenice, etc.), le sueimitazioni turistiche (i Vivaldi a caro prezzo ovunque ci sia una chiesa,le opere liriche in formato ridotto alla Scuola di S. GiovanniEvangelista...) che non seminano nulla di germinante (con tutta lacomprensione e il rispetto per chi ci suona per lavoro) dicevo loscollamento fra queste cose e la ricerca musicale, confinata alConservatorio o in qualche luogo laterale, e ancora lo scollamento fraquesti momenti di ricerca e i pochi luoghi in cui si suona dal vivo: pochie soggetti a occasionalità varie (compresi i vigili) e a scelte dei gestoriche non trovano momenti di riflessione collettiva, perché manca uninterlocutore (potrebbe essere appunto la associazione). La musica dalvivo, soprattutto se non è vincolata dall'appartenenza a "generi" giàlegittimati in quanto si suppone che il pubblico li gradisca (ma chi è ilpubblico? Il test che gradisca è che batta il tempo? Che balli? Che beva? Oche stia in silenzio? E quante volta arriva un pubblico diverso, se laproprosta è diversa?) può essere un buon laboratorio per molte esperienzeavanzate, come è accaduto e accade in altre città più fortunate. Laquestione grande è la (non) relazione che c'è nella città fra i momentiistituzionali e gli spazi aperti alla sperimentazione in presenza di unpubblico non istituzionalizzato. E non riguarda solo la musica...Ciao, Daniele

18.2.06

MAX MI HA SPEDITO GLI ARTICOLO DEL 14 FEBBRAIO CHE HA SCATENATO LA PICCOLA QUERELLE "TORINO". PER CHI NON L'AVESSE LETTO... Martedì, 14 Febbraio 2006 Musica dal vivo vietata anche in campo San Luca Al Bar Torino è stata sospesa la licenza ad ospitare concerti dopo che i vigili hanno trovato un impianto non autorizzato Un amplificatore di troppo. E anche il bar Torino di campo San Luca è finito nel mirino dei vigili urbani: la licenza in virtù della quale organizzava i concerti del mercoledì, gli è stata sospesa per un mese. Potrà ospitare solo le serate già programmate per il periodo di Carnevale. Poi, se vorrà riprendere l'attività musicale, dovrà attendere la restituzione dell'autorizzazione da parte di Ca' Farsetti. L'ennesima doccia fredda per il mondo della musica live a Venezia dove ormai, a cause delle proteste dei vicini e delle multe dei vigili, i locali disposti a ospitare gruppi musicali si contano sulle dita di una mano. Stavolta, però, tira aria di rivolta. Il musicista "beccato" con l'amplificatore di troppo, Giovanni Natoli, un batterista jazz da anni in attività a Venezia, ha raccontato la sua disavventura via mail ai colleghi, chiedendo a tutti di mobilitarsi contro quello che chiama un «abuso» del Comune «contro chi propone forme d'arte a Venezia, soprattutto musicali». E molti amanti della musica gli hanno risposto entusiasti. L'idea ora è quella di organizzare, appena finito Carnevale, una manifestazione a Rialto, probabilmente un concerto sit-in, dove lanciare la proposta di una contro-delibera sulla quiete pubblica che ridia un po' di fiato ai locali che vogliono far musica. Oggi, infatti, basta un amplificatore per finire tra i trasgressori. Quello che è successo, appunto, al bar Torino. Il fatto risale al 27 dicembre dell'anno scorso. «Erano le 22 e 35 - racconta, un po' controvoglia, Andrea Brunello, detto Jebho, l'inventore di TorinoNotte - i vigili sono passati di qui, hanno preso nota di quel che hanno visto...». E il 3 febbraio è arrivata la notifica del ritiro dell'autorizzazione a ospitare musica live (causa quell'amplificatore vietato) per un mese, fino 3 marzo, con l'eccezione, però, dei concerti di Carnevale. Una stranezza? «Forse fa comodo anche al Comune, per quest'occasione, avere un programma pronto, senza pagare un soldo» annota, amaro, Brunello che però non vuole fare polemica. «Quel che è strano - conclude - è che a differenza di altri locali, io non ho più nemmeno i vicini che chiamano le forze dell'ordine perché sono disturbati dalla musica. Ormai, qui attorno, ci sono solo uffici e bed and breakfast. Certo, capisco anche i vigili urbani che devono fare il loro mestiere e passando di qui, visto che siamo a due passi da Ca' Farsetti, ci hanno fatto il verbale. Il problema è quella delibera che, di fatto, impedisce di ospitare musica live». La delibera in questione è del '99, poi rivista e corretta. In sostanza, dopo le 21, vieta ai locali di ospitare concertini con strumenti amplificati. Per chi trasgredisce, la sanzione è la segnalazione allo sportello unico del commercio che sospende l'autorizzazione per un mese e, in caso di recidive, può addirittura revocarla. Un problema, quello della convivenza tra musica e vicinato, di difficile soluzione. Musicisti e locali si lamentano, è vero, ma ci sono ancora abitanti insonni sul piede di guerra. Come quelli di San Pantalon. E sarebbe stato anche sull'onda di queste proteste che, per non applicare due pesi e due misure, è stato multato il bar Torino. Roberto Brunetti LA STORIA In centro storico sono rimasti solo tre superstiti tra mille difficoltà In quattro anni ben tredici locali hanno chiuso le loro porte al live Via dal centro storico la musica dal vivo. Questo sembra, ormai, l'inesorabile destino di una città che, nonostante possa contare su 50mila giovani tra veneziani e studenti universitari di varia provenienza, non riesce proprio a far coesistere le esigenze di quiete di una parte della cittadinanza con quelle di divertimento dell'altra. Negli ultimi quattro anni sono ben tredici i locali che, nolenti o volenti, hanno deciso di interrompere in maniera definitiva la programmazione musicale, scivolando nel silenzio. Oggi a Venezia soltanto tre locali propongono concerti, sia pur con le dovute limitazioni: orario di chiusura dei "live" entro le 23 e suoni tassativamente in acustico. Decisi a non mollare sono lo storico "Paradiso Perduto", da dove mossero i primi passi i Pitura Freska nonchè la maggior parte dei gruppi musicali di Venezia, il pub "Al Parlamento" che forse riesce a far musica perchè, trovandosi al ponte dei Tre Archi, è sin troppo defilato anche per vigili e polizia di passaggio, e poi il "Vinus", il cui gestore ha scelto come orario dei concerti quello dello spritz, dalle 19.30 alle 21, ovviando così ai problemi con il vicinato. A questo "zoccolo duro" della musica locale si aggiungono due realtà tra loro molto diverse: i due centri sociali di Venezia, il "Laboratorio Morion" e la "Zona Bandita", che propongono settimanalmente concerti e sound system ed il "Centrale Restaurant Lounge", locale molto chic, sorto un paio di anni fa al posto del cinema Centrale, che il giovedì sera offre buffet gratuiti con musica di accompagnamento, limitando però ad una volta al mese le esibizioni dal vivo. Il resto è per così dire "tabula rasa". In ordine sparso hanno abbandonato la musica live la pizzeria "Novecento", famosa soprattutto per il jazz, il bar "Zenevia", oggi gestito da cinesi, la trattoria "Ruga Rialto", il pub "Cafè Blue" che lo scorso ottobre ha ricevuto una multa di 1.032 euro per la presenza di clienti fuori dal locale con bicchieri di plastica e da allora si limita a proporre solo "feste della birra con animazione silenziosa", come ama definirle il gestore, Flavio Ferrarese. Nella lista nera anche la taverna "Da Baffo" (che detiene il record di 15 multe per occupazione del suolo pubblico in due anni e mezzo), la storica cicchetteria "Da Codroma", tra le prime a proporre musica live negli anni '80, la pizzeria "All'Arca", il pub irlandese "Inishark", la "Cantina Vecia Carbonera", sede, un tempo, dei concerti degli alunni della scuola di musica Il Suono Improvviso, e ancora "Il BeerBante" al Lido, il pub "Tortuga" il cui titolare, Giovanni Pizzo, in seguito a svariate multe e ad una sospensiva di un mese dei concerti ha "gettato la spugna" cedendo l'azienda, oggi pizzeria. Nella lista anche la discoteca "Casanova Music Cafè", addirittura chiusa dallo scorso autunno ed ora il bar "TorinoNotte" che, pur con una deroga per Carnevale, dovrà poi interrompere l'attività musicale. I motivi che hanno spinto i titolari a rinunciare ai "live"? Multe, sospensive dei concerti, troppe spese rispetto ai guadagni, problemi burocratici, vicini intolleranti. Quanto basta per far calare il silenzio ovunque e, a quanto pare, per sempre. Claudia Meschini «Dovrei suonare solo con le spazzole» «Purtroppo certe categorie riescono a trarre il massimo dei profitti col minimo sforzo - scrive Giovanni Natoli, nella sua mail - Quindi perchè sbattersi per portare Venezia ad un livello culturale e artistico costante quando bastano le bancarelle di cianfrusaglie, il baraccone della Biennale, i concerti dei parrucconi?». E ancora: «Grazie ad una demenziale grida comunale per la quale ad esempio io dovrei suonare solo con le spazzole (che peraltro adoro...) o non si dovrebbe usare alcun tipo di amplificazione e amenità varie, hanno ritirato i permessi a Jebho, il gestore e amico. Il Torino si è macchiato della colpa di amplificare la musica dal vivo». Mercoledì, 15 Febbraio 2006 «Trovare subito nuovi luoghi per la musica» Dopo le ripetute limitazioni ai locali pubblici, i responsabili delle associazioni lanciano alcune proposte «Trovare una sede per la musica e l'aggregazione giovanile perchè anche Venezia sia un luogo vivo e vitale, e non soltanto una splendida città museo». Questa, in sintesi, l'opinione di quanti, non senza difficoltà, operano in centro storico nel campo musicale e aggregativo. Alberto Seggi è un giovane musicista nonchè il gestore della sala prove e studio di registrazione "Il Sestiere della Musica" alla Misericordia, uno spazio dove provano e registrano demo tape ben 150 musicisti locali, per un complessivo di circa 400 giovani. Pochi giorni fa è stata ritirata la licenza per i concerti al bar Torino. Da sempre Alberto si batte affinchè anche a Venezia, come d'altronde accade in qualsiasi città del mondo, sia possibile far musica. «Per sensibilizzare l'opinione pubblica e l'Amministrazione Comunale su questo problema - spiega Alberto - abbiamo organizzato, soprattutto la scorsa estate, svariate manifestazioni musicali in giro per la città. Personalmente ho discusso di questa problematica con il vice sindaco Michele Vianello e l'assessore alle Politiche Giovanili Franca Bimbi ed entrambi sembravano concordare sulla necessità di reperire un posto dove fosse possibile far musica e divertirsi. A Venezia luoghi consoni se ne possono trovare: a San Basilio, ad esempio, alla Marittima, al Tronchetto, ma anche al teatro dell'Arsenale, nettamente sottoutilizzato». Della stessa opinione anche Giannantonio De Vincenzo, apprezzato musicista, ideatore della manifestazione "Venezia Suona", nonchè direttore della scuola di musica "Il Suono Improvviso". «Venezia sta morendo sotto ai nostri occhi, è ridotta ad un museo a cielo aperto che chiude i battenti alle nove di sera. Dopo cena tutti a nanna, turisti inclusi - rileva Giannantonio con amarezza - Quello della musica è in realtà un falso problema. Esiste una legge che consentirebbe di suonare fino alle 23. Dopo quest'ora, però, Venezia non offre un luogo di aggregazione giovanile e così, una volta terminati i concerti la gente, non sapendo dove andare e cosa fare, si raggruppa fuori dai locali a bere e chiacchierare, provocando inevitabilmente rumore visto che la struttura stessa di Venezia, con le sue callette, funge da cassa di risonanza. L'ideale sarebbe, quindi, individuare spazi di aggregazione e divertimento fuori dal centro storico - aggiunge Giannantonio - ad esempio nell'area della tenso struttura del teatro "La Fenice" dove, anche a spese dei gestori dei locali, si potrebbe creare una grande zona bar con locali aperti fino a tardi in cui far musica e feste, senza per questo creare disturbo alla cittadinanza». Sulla questione interviene anche Laura Scarpa, ideatrice con Lorenzo Cinotti dell'agenzia di comunicazione e progetti culturali FNV, nonchè curatrice della guida bimestrale "Venezia da vivere", il cui titolo pare oggi addirittura un eufemismo. «In mancanza di una programmazione organizzata, molti giovani tenderanno sempre più ad arrangiarsi con il "fai da te", per esempio con concerti notturni di bongo, molto più rumorosi di un semplice "live" blues. Qualora la situazione fosse invece affrontata e governata, si otterrebbe una fruttuosa partnership tra pubblico e privato, con la creazione di un circuito di eventi, anche gratuiti (concerti, mostre, incontri letterari), sicuramente utili alla città e alla sua vivibilità». Claudia Meschini LA POLEMICA SULLA DELIBERA DELL’EX GIUNTA «Impossibile suonare solo acustico» «La delibera comunale emanata dalla giunta Costa è una vergogna e dimostra l'assoluta ignoranza in fatto di musica da parte di chi l'ha stilata». Non adotta mezzi termini il giovane Alberto Seggi, gestore della sala prove "Il Sestiere della Musica". «Si pretende che a Venezia i musicisti suonino in acustico ma questo è praticamente impossibile. Come fa un cantante a cantare senza microfono, un batterista ad limitarsi alle sole "spazzole", oppure un bassista a suonare il basso non amplificato ? Secondo l'ordinanza sarebbe lecito soltanto il controbbasso acustico, ma non tutti sanno suonare questo strumento e poi ciò significherebbe circoscrivere la musica al solo jazz». Per protestare contro la delibera, Alberto Seggi sta organizzando due eventi: una manifestazione pubblica in programma a marzo in luogo e data ancora da definirsi e una sorta di Carnevale alternativo con il gruppo samba, Banda da Rio: "A partire da domenica 19 suoneremo tutti i giorni lungo le vie dalla città con partenza, alle 17, da Piazza San Marco".Trova assurda la delibera comunale che impone l'acustico anche il direttore della scuola "Il Suono Improvviso", Giannantonio De Vincenzo.«E' una questione di buon senso - rileva - è illogico vietare "in toto" l'amplificazione quando basterebbe che un tecnico specializzato stabilisse un limite di potenza per consentire a gruppi musicali non particolarmente rumorosi (blues, jazz, country e quant'altro) di suonare».«La questione dei concerti - aggiunge Laura Scarpa, direttrice dell'agenzia FNV - era stata affrontata, con l'allora assessore alla Cultura Mara Rumiz, già nel 1998. Eravamo riusciti a creare un tavolo di discussione tra tutti i soggetti interessati: Amministrazione Comunale, Quartieri, vigili urbani, Ulss, residenti e locali pubblici, giungendo alla conclusione che i concertini fossero funzionali alla vitalizzazione di Venezia. Con l'Ulss si era quindi stilato un regolamento per definire alcuni criteri base: jazz, musica italiana, etnica, blues ma anche il reggae potevano essere suonati anche a volumi bassi. I gestori dei locali, da parte loro, si impegnarono a programmare un calendario di qualità, con scelte musicali attinenti al regolamento e nel rispetto di volumi ed orari». Qualcosa però è andato poi storto. «Da una parte alcuni locali, in realtà pochissimi, non hanno rispettato gli impegni presi, dall'altra la nuova giunta Comunale ha modificato le decisioni adottate dalla precedente, irrigidendo il regolamento in modo da rendere praticamente impossibile suonare senza infrangere le regole. Il resto è storia di oggi». Claudia Meschini

PETITION

William suggeriva il sito http://www.petitiononline.com si puo creare una petizione relativa al nostro affaire. il sito è celebre. A molti sarà capitato di firmare per petizioni di casi tristemente famosi. Ci si può lavorare. Che ne dite?

17.2.06

ho scritto al Gazzettino

...e non ho visto la Madonna. Vi faccio parte della mia mail inviata a Claudia Meschini dopo che mi ha scritto molto gentilmente offrendo la sua solidarietà. ciao Claudia, allora..ho letto i due articoli che mi hai segnalato su questa mail. Sostanzialmente ribadiscono ciò che già si sa, ma non è certo possibile altrimenti. Gli interloquiti, cioè Giannantonio e Alberto, sono certamente rappresentativi nell'ambito musicale cittadino ma, naturalmente, il loro punto di vista è parziale. In particolare quello di Alberto, che è un amico e collega, ma dal quale non sempre si può condividere lo stile. Quello che a me preoccupa non è soltanto la situazione del fare musica a Venezia, che è indegno di un paese ma la produzione culturale in toto. La municipalità ha il dovere di preoccuparsi non solo di trovare posti dove fare cultura (come diceva il titolo dell'articolo); un posto, oggi che siamo nell'era di internet, diventa necessità relativamente sufficiente. Il vero problema è il cambio di mentalità che bisogna cercare; un diverso atteggiamento da parte degli addetti ai lavori, tipo assessore alla cutura, che desideri investire denaro e tempo per proposte che nascono dalle strade veneziane. Un diverso atteggiamento da parte dei citadini, educati a credere che le responsabilità dei disagi notturni derivi dai concerti nei locali e che crede che amplificazione sia uguale ad alti volumi. Anche loro imparino a riprendersi la vita, come in passato, quando le notti estive vedevano circoli di sedie e cittadini intenti a godersela in chiacchere...e canti. Mi spiace che nel primo articolo sulla querelle Torino sia uscito che io abbia avuto problemi perchè la mia batteria era amplificata. primo: quella sera non stavo suonando-secondo:io non ho mai amplificato il mio strumento. La verità è che, secondo la "grida" comunale non si può amplificare alcunchè ma si può, al termine del concerto, alzare lo stereo del locale a piacere. Oggi come oggi non si può fare una data di jazz senza un ampli per il contrabbasso che fornisca quel minimo di volume che permetta a questo strumento di farsi sentire il giusto per non essere seppellito dagli altri strumentisti. Per il resto le jam del Torino vedono strumenti senza amplificazione. E poi: io credo che suonare fino alle 23 una volta alla settimana possa concedere il diritto al gestore del locale di ospitare musica amplificata. Intanto a san Luca non abita nessuno e poi sfido trovare qualcuno che alle 23 sia a letto. I pochi abitanti rimasti a Venezia al limite si guardano "Porta a Porta" o "Zelig". Cosa vuole la gente "perbene"? Fino a dove possono prevaricare il diritto alla creazione artistica? Davvero l'attegiamento nei confronti della musica dal vivo e verso la cultura è a priori negativo. Il governo ha problemi di bilancio? I primi tagli vengono fatti alla cultura. Naturale: i libri non si mangiano, la musica non si mangia. Nutrono parti certamente più nobili ma con la mentalità di oggi (ahimè l'italiano mediamente resta...fascista e materialista) cosa può interessare? venezia è stata venduta brano a brano: l'ultimo affare, come diceva un mio amico regista. Venezia così com'è produce soldi senza troppa fatica: il carnevale è sempre più misero nella sua programmazione ma tanto c'è la televisione che propone le solite immagini fasulle di maschere lussuose che spuntano dai colonnati. La realtà? Torme di gente sbronza, perchè non sa che fare o di turisti passeggianti che restano stupiti dalla povertà della proposta. Ricordi capodanno? Piazza san Marco? Fenomeni vandalici come quelli sono inevitabili quando non ci si cura di creare opportunità di incontro e di festa. Nemmeno questa giunta brilla per coraggio; anzi la delusione per gente come me, di sinistra, è grande. C'è una presunzione di fondo, pastette politiche che vedono personaggi non presentabili (Salvadori, ricordiamo le sue ridicole uscite savonarolesche del passato?) stare a gomito di "illuminati" professori.... Io credo sia giunto il momento di dare una svolta. In un qualche modo dobbiamo riprenderci Venezia. L'unico ortaggio buono che può uscire dai masegni è l'intelligenza. I carciofi li aspetto a sant'Erasmo. Grazie, ciao Giovanni
PUBBLICO L'OPINIONE DI LORIS TAGLIAPIETRA, CONTRABBASSISTA E AMICO DI MASEGNI: non pensare che sia disfattista,al contrario mi batto come te e tanti altri contro l "ignoranza" e chi crea categorie.mi ritrovo molto nel tuo motto "sono meglio di quello penso".non mi considero un giullare di nessuna corte e se decido di essere dilettantistico lo faccio perche considero ridere (di se stessi) una cosa seria.l estate scorsa tra un trancio di pizza e quintali di monetine ho avuto la conferma che un musicista se vuol suonare suona e non saranno delle leggi parrocchiali a impedirgli di "contribuire a rendere una citta a misura UMANA".fare musica come abbiamo fatto quest estate é stato un atto politico nel senso vero del termine:per la polis;ignorante in molti casi ma da "stimolare" a suon di bacchette,spazzole,tamburi,assoli post-futuristi(grazie ropie),masegni-leggio,strada come luogo da abitare(man in the street),...... sono dell opinione che ora la cosa da farsi è di allargare il problema di cio che si sta perdendo non solo ai musicisti ma a tutti coloro che sono in grado di intendere e di non volere il vuoto pneumatico della citta-quartiere(sinonimo di questi tempi di DORMITORIO),a coloro che sentono la morte civile il vero problema di tutto cio;non ai tutori dell ordine o i gestori-polpetta o i propietari di trifore con vista su ex-campo santo(il Bonaparte ha trasferito i defunti in s.michele gia da qualche secolo,SIGNORI!!),ne i colleghiconparruccavivaldi o le BI TRI QUADRI ENNALImpresatotale.questa è pornografia,caro giovanni,ma quanto meglio è l erotismo?

L'OPINIONE DI TOMMY

pubblico l'opinione di Tommaso Viola, chitarrista e amico: Bella Gioavnni sì ho visto il link e anche il tuo blog. Per fortuna qualcunoha sollevato il problema. La delibera così com'è non funziona evidentementeallora i casi sono due: nel primo hanno voluto colpire certe categorie(esercenti, musicisti..) per ammiccare con altri serbatoi di voti cheritengono più importanti trascurando il fatto che probabilmente il consensomaggiore, da un'iniziativa del genere, lo hanno da una fascia di età che"voterà di meno" (per meno tempo). Nel secondo che credo più plausibile eche non esclude il primo, hanno semplicemente scritto male e in furia, iltesto senza consultarsi connessuno degli interessati (o colpiti). Lacrescita culturale di un luogo come venezia per ciò che riguarda l'humuscreativo proprio della città (non le mostre a Palazzo Grassi..) non avverràse non da strati nascosti del fare musica e altre discipline. L'attenzionein questo momento è rivolta al risanare il buco creato dalla crisi che hainvestito anche Venezia. La gente ha meno soldi e gira di meno per cui chigira ha già i soldi e li ha sempre avuti e viaggia richiedendo quelloVenezia offre a queste fasce di società e cioè la Fenice (male in affarepure lei..) i ristoranti chic e altro. Per assurdo se ci si organizzasse perandare a aprirsi anche a quel mercato ci sarebbe ancora lavoro. Immaginatiun progetto come quello Gypsy appena nato se non nei bar dove può collocarsia Venezia?I fattori sono tanti, ma credo che comunque non può succedere che laprogrammazione musicale a Venezia sia morta.. A parte noi che siamo vecchicosa offre questa città ai "GIOVANI"? solo birrette e spritz?ciaoTommi

TROVIAMOCI A BREVE

Mi rivolgo a tutti coloro siano interessati a trovarsi in questi giorni; visti i diversi punti di vista su come comportarsi a carnevale/buffonata, sarebbe bene che ci si vedesse davanti ad un vino per metterci d'accordo per un'azione comune. C'è chi vede di buon occhio l'occasione carnevale, c'è invece chi teme una dispersione dei nostri gesti tra coriandoli e le solite maschere che spuntano dalle colonne (presente i soliti servizi tg con maschere ultraricercate, anche stavolta la tv illuderà milioni di persone che a Venezia il carnevale sia una festa felice). Il saggio Gallo (www.elgallorojorecords.com) suggeriva un'azione il giorno delle ceneri. Mi spiace sia via in questo periodo (ben per lui, è in tournèe); le sue provocazioni avrebbero giovato alla discussione. Davide, Max, Piero: soprattutto voi che vi siete dimostrati così partecipi e attivi...ci vediamo una mezzoretta in questi giorni?

16.2.06

DA PARTE DI MAX!!!!

Carissime amiche e carissimi amici,domani parte ufficialmente il Carnevale. E per noi è ora di concretizzare l'impegno, le molte idee, il sostegno di tutti coloro che fino ad oggi hanno comunicato la loro attiva presenza (.Giovanni ha dato il la (e da un batterista...) a questa azione e ha raccolto numerosi sostegni. Ora siamo vogliosi di sensibilizzare tutti - musicisti e pubblico, istituzione e cittadini, veneziani e non - e vogliamo farlo essendo "brevi efficaci non polemici ma oggettivi"La proposta di interrompere ogni singolo concerto per 10 secondi, leggere un breve comunicato di sensibilizzazione e raccogliere le firme del pubblico riprendendo a suonare è stata condivisa e appoggiata da moltissimi di noi (e c'è spazio per tutti).Ora è necessario metterla in atto. E' necessario passare dai "pieno sostegno... io ci sto... bravi... sono con voi..." al "Sono qui, foglio in mano e pronto a interrompere il mio concerto e a raccogliere il massimo numero di firme perchè anch'io possa continuare a suonare a Venezia".Per questo troverete in allegato il comunicato (in italiano, inglese e francese), le modalità di diffusione e il modulo con gli spazi per la raccolta delle firme (che avrete cura di fotocopiare: auguro a tutti che siano più di 50 i sottoscrittori per ogni concerto!).Inoltre, in allegato ho raccolto l'elenco delle manifestazioni musicali presenti nel programma ufficiale del carnevale. Chi è inserito tra i destinatari di questa mail e partecipa a vario titolo (ideatore, curatore, musicista, collaboratore, pubblico...) a tali concerti è CALDAMENTE INVITATO a promuovere con il proprio progetto (gruppo musicale o altro) la LETTURA DEL COMUNICATO e LA RACCOLTA DELLE FIRME, nonchè alla conservazione dei moduli per l'incontro in programma dopo il carnevale. In tale prossimo incontro questa nostra iniziativa avrà modo di essere affiancata dall'elaborazione di un emendamento da presentare in Consiglio Comunale per sostituire l'attuale regolamento, in forza di tutte le firme che avremmo raccolte. Oltrechè dare forma all'OPAV (grazie Davide) che mi auguro percorrà presto calli e campi veneziani a suon di strumenti rigorosamente acustici!NB: Inoltrare questa mail a tutti coloro che possono aiutarci in questi giorni (e che non sono nella nostra mailing list) non solo è utile ma vivamente consigliato.Naturalmente, l'adesione di ogni singolo gruppo a tale iniziativa per leggere il comunicato non è certo obbligatoria. Ma spero che sia chiaro a tutti che il minimo contributo di ciascuno può aiutare tutti noi ad ottenere ascolto ed attenzione per la causa che vogliamo portare davanti all'Istituzione.E' un segnale forte che possiamo dare a chi vive questa città, a chi ci entrerà per questi dieci giorni di festa, a chi vuole difendere Venezia ed impedire lo svuotamento di cultura e di risorse che sta minacciando tutti noi (e gli amici della Fenice ne sanno qualcosa).Io lo farò, lutto al braccio, con la nostra Upperground Orchestra fin dal concerto di sabato in campo Bella Vienna (e poi ancora). Interromperemo il nostro concerto per informare dell'assoluto bisogno di attenzione che la musica ha a Venezia.E con l'augurio che tutti voi vi uniate a questa civile e concreta iniziativa, vi ringrazio e vi aspetto tra dieci giorni con i fogli pieni di firme e la consapevolezza che possiamo tutti fare qualcosa per questa cittàUn salutoMaxPS: quest'iniziativa è nata dall'amore per la musica e per la città e le idee si sono andate formando assieme e con l'aiuto di tutti. Continuate a contribuire con le vostre proposte, i progetti il sostegno. Ogni suggerimento è prezioso e l'idea giusta la si costruisce.
Volete essere informati, collaborare, unirvi a noi e a Venezia per la sua difesa? Inviate a nicoladrago@gmail.com il vostro nome e indirizzo mail per iscrivervi alla nostra mailing list. Ogni suggerimento è prezioso, ogni idea può essere quella giusta.

15.2.06

SI UNISCONO AL CORO

Ecco altri assaggi di post solidali Giovanni è un compagno di suonate, un caro amico e una persona acuta. E come tutte le persone intelligenti ma di buon senso crede ancora che il mondo non sia fatto solo di conti in banca (da rimpinguare con affitti, maschere e panini caldi) o bei costumi (con cui attirare mandrie di turisti da spennare come tacchini ad un pranzo di un ringraziamento che qui dura tutto l'anno e non dice proprio grazie a nessuno, anzi...).Non solo mi trova d'accordo con le sue emozioni che diventeranno presto azioni concrete e costruttive (io ci sono e voi tutti?), ma una volta di più indignato e assolutamente rattristato da questa misera situazione che tutto fa tranne che venir voglia di impegnarsi per dare valore a Venezia, un valore vero, una ricchezza fatta di giovani che non vogliono vivere in e di una laguna sempre più povera e svuotata di contenuti ma essere i costruttori si una città unica come si proclama... E non perchè sia riconosciuta come l'unica città in cui ad ogni angolo un suo visitatore ripeta il solito ritornello del NonC'èNienteDopoLeNoveDiSera?Venezia perde quanto di meglio ha se si ostina ad essere semplice palcoscenico (naturale, sì...) per allestimenti vanesi, eventi effimeri non perchè durano la lunghezza di un pomeriggio (sic!) e si ostinano a presentarsi bel belli come "FestaDellaMusica" ma perchè una volta di più sono maschera dietro la quale fa capolino il nulla più triste.Diritti e doveri sono a fondamento di un quieto vivere; il buon senso è la forza di buone relazioni; il rispetto della città è la sua garanza per un lungo e prosperoso futuro. Dovendo smettere alle 23 di suonare, perchè non avere il diritto di suonare (acustici come si deve, va bene) nelle atmosfere di quei locali che (con sacrificio, spesso) vogliono contribuire ad una Venezia che vive e parla il linguaggio della cultura? Dovendo relazionarsi con i gestori di locali sempre più pieni di avventurosi avventori in cerca di un momento di unicità lagunare, perchè non consentire a questi e a quelli di fruire di buona musica e di musicisti professionali e preparati come quelli che qui vivono e lavorano? Dovendo garantire a Venezia il suo futuro, perchè non sostenere i giovani che hanno (con fatica enorme) deciso di non andarsene in terraferma ma di rimanere e contribuire con le proprie abilità e capacità alla crescita non solo economica della città (ma purtroppo e troppo spesso di proprietari immobiliari che pagano le loro tasse in altre e più felici città!) ma culturale ed artistica? MAX solidarieta' ai massimi livelli. con la speranza che quanto venga fuori da questo blog-protesta arrivi ai "nostri" governanti che fanno finta di essere di cultura e di sinistra. DANILO INTEGRAZIONE AL (SEPPUR MOLTO BEN ACCETTO) ARTICOLO SUL "GAZZETTINO" DI OGGI, MARTEDI 14/02/06.Cari amici e rispettabili Cittadini che (spero) leggerete su questo Blog circa cotali ameni temi, voglio precisare qualcosa sull'articolo del "Gazzettino" uscito oggi, relativo al "casus" di cui stiamo discutendo.Non è per niente chiaro al lettore avulso da conoscenze tecnico-musicali il PERCHE' ci ribelliamo alla proibizione dell'amplificazione (con particolare riferimento al tragicomico evento accaduto al TorinoNotte) e, soprattutto, il PERCHE' essa sia ridicola ed aberrante.In pratica non è chiaro lo stesso esatto merito di tutto 'sto casino.Per il lettore-Casalinga-di-Voghera, infatti, probabilmente vale l'equazione: "AMPLIFICATOREPROIBITO DALLA LEGGE (non importa perché e percome, in quanto "Dura Lex Sed Lexotan") = BRUTTI BAMBINI CATTIVI CHE NON LA RISPETTANO = QUANDO C'ERA LUI I TRENI ARRIVAVANO IN ORARIO = VIVA L'ITALIA". Facendoci così passare, attraverso ed a livello di quel mostro che è "l'opinione pubblica", dalla parte del torto(sic!) quando, invece, la semplice osservazione dell'evidenza basta a commentare adeguatamente la realtà dei fatti.Auspico, quindi, che i giornalisti professionali e, soprattutto, in buona fede, si ingegnino di essere più chiari, anche finoalla pedanteria: NON SI PUO' SUONARE IL CONTRABBASSO ACUSTICO SENZA UN MINIMO DIAMPLIFICAZIONE!!! E chiunque abbia mai assistito ad un concerto jazz in vita sua troverebbe surreale (e surrenale) ogni tentativo di negare tale fatto.Ergo: la "grida manzoniana" del Comune VA CAMBIATA! SI MISURINO I SUONI IN DECIBEL (dB)!! SI ALZI LA SOGLIA DI ACCETTAZIONE DI TALI dB, perché anche 50.000 giovani (tra studenti e residenti) nonché i turisti-non-polli-da-spennare possano vivere a Venezia!!!Nessuno ha mai pensato alla possibilità di un transfert (spostamento) per il quale IL VERO (e mero) PROBLEMA NON E' LA MUSICA (più o meno alta), bensì un'altro.QUALE? Il terrore panico, acritico, ingiustificato ed ingiustificabile di alcune decine di pochi ma potenti veneziani (spesso ultra-ottuagenari) verso qualunque "movimento", pomeridiano, serale, notturno (non è, alla fine, molto rilevante), contro qualsivoglia aggregazione, di persone civili e (ahimé) ottimi contribuenti nei dintorni dei locali e, incidentalmente, di casa loro.Altro che musica: "Fabula spritzorum docet"!!!Ciao. Io sono pronto! DAVIDE che rabia. ENVER

RIFLESSIONI DI UN BEVITORE DI SPRITZ

Allora...confusamente... tra breve spero e credo ci si troverà tutti a discutere riguardo il da farsi. Io sarò lì, in un angolino; sono la persona meno pratica e sagace che io conosca (parafrasando Groucho "non prenderei mai la tessera di un club che mi annoverasse tra gli iscritti"). Se c'è stato un problema tra noi musicisti, ogniqualvolta ci si incontrava per discutere dei nostri diritti, questo è stato l'eccesso di individualismo, oltre che la paura di non essere ascoltati dagli interlocutori e l'incapacità di scendere a patti tra i tutti. Ogni volta le iniziative sono morte sul nascere. Io credo che il livello di esasperazione sia giunto ad un punto tale che sarà il caso che ognuno di noi molli la cinghia e sia disposto ad ascoltare e ad incontrarsi con gli altri. Un prezioso consiglio del mio compare Marco Bolognini (chitarra delle notti blues veneziane) è quello di coinvolgere le nuove leve di musicisti, i 15enni, i 16nni del metallo rovente o di qualsivoglia genere a loro piaccia (da Belle&sebastian ai cannibal corpse, almeno) Qui non si tratta di spartirci il territorio;si tatta di ricrearlo perchè Venezia è un trip troppo grande per giocarsela così al ribasso.... Ciao ...al bitter, grazie e senza oliva!

PROPOSTA DI MAX BUSTREO

pubblico, su licenza dell'interessato mr. Bustreo, una sua proposta che mi ha inviato via mail. >>Concordo sulla triste situazione degli "operatori dell'informazione" ma preferirei non infierire e aggiungere ulteriori testimoni all'attuale processo per l'uccisione della Cultura ad opera di (ig)noti.Penso che il periodo del carnevale possa essere favorevole più a delle comunicazioni pubbliche (tutti noi suoniamo durante queste due settimane, no? Allora apriamo e chiudiamo gli eventi con un comunicato da diffondere a tutti i presenti, cittadini veneziani e turisti (breve, efficiace e non polemico ma oggettivo***)... Suoniamo con il lutto al braccio (e spieghiamo ai presenti perchè)... andiamo tutti, ma proprio tutti, a prendere i permessi da artisti di strada e suoniamo tutti i santi giorni del carnevale, dalle 17 alle 21, amplificati come il regolamento comunale consente in questo caso - eh sì! - e facciamo vedere che la musica è parte dell'evento e della città) che ad un incontro con le istituzioni.Infine, troviamoci prima di tutto noi attorno ad un tavolo, riconosciamo un delegato rappresentante e - concordo con Enrico - elaboriamo serie e cotruttive strategie di dialogo con le istituzioni.Crediamoci e soprattutto collaboriamo tutti, ma proprio tuttiMax*** PROPOSTA:A metà di ogni - ma dovrebbe essere OGNI - concerto in programma durante il carnevale, ad un cenno del leader del gruppo, tutti smettono di suonare e dopo 10 secondi di silenzio assoluto un musicista legge ai presenti questo comunicato: "QUESTO E' L'EFFETTO DI UNA CITTA' SENZA MUSICA, DI UNA CITTA' CHE VUOLE SPEGNERE LA MUSICA. QUESTO E' L'EFFETTO DI UNA CITTA' CHE VUOLE UCCIDERE LE FORME DI CULTURA PIU' SINCERE E ORIGINALI. QUESTO E' L'EFFETTO DI UNA CITTA' CHE VUOLE METTERE IL BAVAGLIO AI SUOI MUSICISTI. AIUTATECI AFFINCHE' IL NOSTRO APPELLO NON VENGA ZITTITO COME LA NOSTRA MUSICA. FIRMATE PERCHE' VENEZIA CAPISCA CHE TUTTI VOGLIONO LA SUA VOCE. GRAZIE A TUTTI VOI". Dopo averlo letto anche in inglese (THIS IS THE EFFECT OF A CITY WITHOUT MUSIC, OF A CITY THAT WANTS TO SILENCE ITS OWN MUSIC. THIS IS THE AFFECT OF A CITY THAT WANTS TO SMOTHER THE TRUEST AND MOST ORIGINAL OF CULTURAL FORMS. THIS IS THE EFFECT OF A CITY THAT WOULD PREFER TO MUZZLE ITS MUSICIANS. PLEASE HELP US, SO THAT OUR APPEAL ISN’T SILENCED, AS OUR MUSIC IS BEING SILENCED. SIGN HERE, BECAUSE VENICE UNDERSTANDS THAT EVERYONE WANTS TO BE HEARD. WE THANY YOU.), si invitano i presenti a raccogliere le firme e le sottoscrizioni, E si ricomincia a suonare.E' un'idea. Fatemi sapere che ne pensate... Io posso preparare il comunicato (modificando, certo, se è il caso. Si accettano suggerimenti!) e i fogli per la raccolta delle firme<<

MAIL CAPITOLO PRIMO

pubblico alcune mail giuntemi dopo che ha cominciato a circolare il mio appello: più avanti pubblicherò il resto. ringrazio tutti quelli che, o via mail, o via telefono, o "viva voce" mi hanno espresso il loro appoggio. Ribadisco la massima solidarietà.. Speriamo che qualcuno si degni di risponderti!Ciao Franca Pullia stante la doverosa solidarietà e la adesione ad ogni eventualeiniziativatenuto comunque conto che il clima politico e sociale diquesti ultimi mesi - è di forte chiusura e restaurazionecredoche sia importante individuare anche una figura che faccia dainterfaccia con vigili e istituzioni, un po' il ruolo che aveva laurascarpa qualche tempo fain attesa di aggiornamenti enrico bettinello Giovanni,>>>>>> non solo mi trovid'accordo (oltreché una volta di più indignato e>>> assolutamenteschifato da questa situazione), ma propongo che>>> costituiamo unadelegazione e chiediamo da cittadini un incontro con il>>> sindaco inpresenza degli organi di stampa.>>> Sono anche d'accordo con unconcerto sit-in: ottimo per avere uno spazio>>> sulla stampa, ma dopo?Per questo privilegerei una manifestazione molto>>> più concreta dalpunto di vista del riconoscimento da parte delle>>> autorità.>>>>>>Ci vediamo domani pomeriggio e ne parliamo>>> Max Bustreo Condivido pienamente il disagio e sono solidale con tutti voi, se c' èda manifestare o da fare una session per protesta io ci sarò...fatemisaperea presto Alberto Vianello Quella di Calogero mii sembra un'ottima proposta, vorrei partecipare all'incontro.Fatemi sapere. A presto Mara Sartore Circuito Off In questa città e ormai necessario che si crei una rete informale di intellettuali, operatori culturali, musicisti, poeti, artisti, senza preclusioni ideologiche e superando gli interessi particolari, che elaborino insieme una lettera appello per far sentire la loro voce. Si ha la triste sensazione di essere ormai considerati "accattoni" in questa città. Venezia non sta muorendo.. è già morta. Noti e ignorati sono i catastrofici dati delle attività culturali in città (1 solo cinema, insufficienti attività teatrali, rarissimi luoghi di ritrovo non d'elite connotati da buona musica dal vivo, gusto, cultura ecc.). Sempre meno qualità e molta banalità, nostro malgrado. A Venezia è ormai diventato quasi impossibile elaborare e produrre cultura che vada oltre il dilettantismo. Bisogna svegliarsi e dignitosamente farci sentire..... con le "parole" adesso, i "fatti" ci sono e lo sappiamo ma vengono sistematicamente ignorati e banalizzati, per ignoranza o per precisi calcoli? Lancio la proposta di incontrarci e parlarne tutti assieme. Calogero Lo Giudice --> Calogero Lo Giudice Venezia sfiora ormai il paradosso. Suonano in cinque al Paradiso Perduto per 150 euro in totale (magari durante i soli gli altri portano le birre ai clienti così risparmiano sui camerieri), chiamano la polizia per sospendere concerti nei locali però non muovono un dito nelle feste a palazzo o nei ristorantini "in" (ho cantato dalle otto di sera alle cinque e mezza del mattino dopo a capodanno con Nicola Fazzini & Co. "ai do forni" senza essere minimamente disturbata)...Non so se questa sia la realtà veneziana. Mi rifiuto di pensarla come tale. quando sono arrivata 20 anni fa a Venezia c'erano solo il paradiso ed i canottieri. Poi finalmente si è mosso qualcosa. Ora una nuova congiuntura ci sta buttando nella melma musicale e non solo. E' un problema non solo veneziano e non solo musicale. Il teatro sta vivendo gli stessi problemi. Non credo sia solo un problema di leggi o di "chiamate per disturbo alla quiete". Credo vada un po' più al di là...Un grande abbraccio Giuliana Satta condivido e mi unisco al gruppo fatemi sapere dove e quando Franca Codrino ci sto Daniele Goldoni secondo me l'idea del concerto sit-in e' ottima, anche se non si ottiene nulla. bisognerebbe mandare questa tua lettera firmata da tutti noi a di chi ci appoggia (raccolta firme) ai giornali e al sindaco in persona. organizziamo una raccolta firme. anche via mail Danilo Gallo ciao giovanni,non preoccuparti. qualcosa si farà, jebho è molto determinato riguardo lacosa. e io non sono da meno Piero Bittolo Bon

CHE FARE?

Ciao signori, allora...come molti d voi sapranno, ieri è uscito l'articolo riguardante l'affaire "Torino" e la situazione musicale veneziana. Ripeto, io non circoscrivo alla musica la grave crisi che ci colpisce ma a tutte le forme di espressione culturale che non trovano adeguata attenzione. L'articolo era pieno di imprecisioni e la vicenda è stata raccontata in maniera approssimativa quando non di fantasia. Naturalmente sapete che io non suono amplificato (e chi sono, Lars Ulrich dei Metallica?), che quella sera del provvedimento a Jebho io non c'ero (eravamo al Paradiso a sentire il Mingus project, altra creatura in parte nata dal "Torino")e che Jebho non ha proprio rilasciato quelle dichiarazioni anche perchè teme ripercussioni dal suo boss... Ma l'importante è che si sia parlato di ciò che succede a Venezia, anzi di ciò che non succede: mi ha colpito in particolare l'articolo di Claudia Meschini che ha fatto un puntuale excursus sulla mappa dei locali che hanno smesso di fare concerti e dei motivi per cui ciò è avvenuto. Ammetto anche che sono stato contento di aver visto il mio faccione in bella evidenza: anzi, visto che mi candiderò alle prossime elezioni comincio già a promettere posti di lavoro e case per tutti. La domanda che voglio farvi ora è questa: CHE FARE? E come andare in barba a quel sentimento fatalista e perdente che ci porta a non credere neanche stavolta alla possibilità di cambiare le cose? baci

13.2.06

una mail di davec

Caro Giovanni, a mio parere non è il Gazzettino l'interlocutore piùadeguato ed utile (letto dagli stessi parrucconi che fanno chiudere ilocali e che fanno stroncare le iniziative, insisto, bensì Ca' Farsetti.I nostri amati amministratori si sono definiti (oltre che di sinistra -->segue grassa e nervosa risata!!!) "Sindaco & Co" di "TUTTI i cittadini".Non ci siamo forse anche noi tra questi "cittadini"? Il filosofo-reggitoredi platonica memoria (Parolaio Cacciari) s'è forse impantanato inun'aporia? O forse più semplicemente ha contato ed identificato i suoilettori (per lo più vecchiette e casalinghe: quelli sì, leggono ilGazzettino...)?"Vox Populi Vox Dei" e noi, purtroppo, non siamo nemmeno "populus", masub-populus: sia per numero che per censo (quanti alberghi, ristoranti obotteghe di cianfrusaglie possiedi, o Giovanni?). Last but not least, ilvero problema, la "scena nascosta" dell'incubo veneziano, non è certo ilrumore, visto che tutti i locali della città (compreso il Torino, allafine dei concerti) sparano (a volte fastidiosamente per me stesso qualeavventore) vari suoni, a volte musica, a volumi ben più alti di quelli dalvivo, anche se, nel caso dei live, prodotti da "strumenti non-acustici".Ma quando gli facciamo un corsetto di formazione ai nostri amati e costosiagenti delle "Forse" dell'Ordine?!?. Non sanno codesti "lavoratori" (sololoro, infatti, "fanno il loro lavoro": i musicisti e gli altri cittadini,evidentemente, no!) che esiste (e che ci costa un bel po') l'ARPAV?Sanno che suoni e rumori si misurano (e, volendo, si possono misurare, indB - decibel, per gli ignoranti) e NON su arbitrarie, opinabili,dilettantesche e ridicole classificazioni di strumenti musicali (g.e.[gratia exempli, per gli ignoranti]: differenziare tra "basso acustico" e"basso amplificato"). Se ben ricordo, gli ultimi ad usare nel jazz ilcontrabbasso senza la necessaria, minima, amplificazione furono leorchestrine di Dixieland e New Orleans. Generalmente prima della Guerra.PROPOSTA: perché non mettiamo su l'Orchestra Pedagogica Acustica Veneziana(OPAV), costituita tutta da "strumenti acustici": 20-30 e più tragrancasse, surdus, timpani, rullanti, timbales, bongos, tumbadoras, jembé,pandeiros, tambourines, cowbells, cymbals, trombe, cornette, flicorni,saxes di tutte le estensioni, violini, viole, violoni, violoncelli econtrabbassi, fisarmoniche, bandoneon, accordeon e chi più ne ha più nemetta. La grida manzoniana del Comune non potrà zittirci per suaintrinseca inefficacia ed inefficienza giuridica e tecnica (noi, infatti,suoneremo esclusivamente con “strumenti acustici”).Allora sì, producendo più casino della bomba di Hiroshima finiremo suigiornali, ma non sul Gazzettino, bensì sul Corriere e sul New YorkTimes... E daremo anche (gratis: noi siamo generosi!) una lezione difisica acustica ai nostri beneamati Amministratori.Francamente con poca speranza, Davide Cristante

VENEZIANOMUSICA!!!!

signore e signori, ho creato questo blog come altro mezzo per perseguire la battaglia contro l'assurdo sistema veneziano che, ogni giorno di più, impedisce a chi crea arte in questa città di potersi anche minimamente esprimere. Venezia sta bella che andando; venditori di ammennicoli e cianfrusaglie, turisti a frotte trattate con la logica fracchiesca del "magna sta zitto e vaffanculo" (Fracchia la belva umana, sic), abusivismo acqueo, affitti stellari, una cittadinanza geriatrica che ha rinunciato al gusto di vivere e maledice la gioventu' che vive la città a misura d'uomo, la stessa gioventu' a cui affitta stamberghe a prezzi da grand hotel...etc etc non sono un commerciante non sono un padrone di casa non sono un tassista ahimè sono un batterista jazz per giunta, il che fa anche poco figo. Uno con capelli corti, pancetta e giacca di velluto. Ma credo si sia ormai giunti over the esasperation: vivere di stenti intellettuali nella città preposta per la cultura. . . non si può IN QUESTO BLOG PUBBLICO LE DUE MAIL CHE, GRAZIE ALL'INTELLIGENZA DI AMICI E PERSONE SENSIBILI STA MUOVENDO UN CASO SPERO ENORME. Io apro questo blog ma sarà fatto da tutti; a presto mi impegno a trascrivere tutte le mail di risposta pervenutemi, piene di solidarietà e di proposte. Intanto, buona lettura (che incazzatura fioi!). L'intestazione è quella usata per inviarle al Gazzettino, quotidiano locale di gran visibilità (e qualche dead dog) Le MAIL Gentile redazione, cortese direttore sono Giovanni Natoli, musicista (eh sì) veneziano. Vi giro questa mia mail che ho inviato ad alcuni colleghi e che ha trovato notevole riscontro. Segno che a Venezia la situazione è gravissima . Mi spiace dirlo ma è così. Non parliamo della giunta comunale. Non ho cancellato le piccole ironie che mi sono permesso di scrivere. Insomma, nonostante tutto il degrado, la gente intelligente come me trova sempre lo spazio per un sorriso. Spero che questa mia venga pubblicata. Grazie comunque della vostra cortese attenzione Ciao, sono Giovanni Natoli, sedi(u)cente batterista jazz di Venezia. Venezia e la musica sono due realtà che sembra non si voglia fare andare d'accordo in barba all'infinito potenziale che una città come la mia offre. Purtroppo certe categorie riescono a trarre il massimo dei profitti col minimo sforzo. Quindi perchè sbattersi per portare Venezia ad un livello culturale e artistico costante quando bastano le bancarelle di cianfrusaglie, il baraccone della Biennale, i concerti dei parrucconi? Il bar Torino nel suo piccolo e con fatica andava contro questa tendenza: organizzava storiche jam session, concerti reggae, funky, grazie alla posizione privilegiata (nessun vicino abita intorno) e supplendo in parte alla voglia di musica live che tutti abbiamo. L'altra sera alcuni vigili hanno intravisto un po'di amplificazione sul palchetto e, grazie ad una demenziale grida comunale per la quale ad esempio io dovrei suonare SOLO con le spazzole (che peraltro adoro...) o non si dovrebbe usare ALCUN TIPO di amplificazione e amenità varie, hanno ritirato i permessi a Jebho, il gestore e amico. Il Torino si è macchiato della colpa di amplificare la musica dal vivo. Senza dubbio si trattava dell'impianto che Jebho aveva rilevato ad un'asta dei Metallica.... bisogna organizzare qualcosa per protestare contro il vero e proprio abuso che la municipalità di Venezia compie da anni contro chi propone forme d'arte a Venezia,soprattutto musicali. Non solo contro le assurde normative limitanti l'espressione in decibel dei nostri suoni ma anche l'indifferenza riguardo l'investire su proposte locali Come? magari un concerto-sit in come Dio comanda, civile ma FERMO e magari diffondere la problematica nel giro dei musicisti non veneziani per un appoggio. Quindi, fate girare. Grazie E ALLE NUMEROSE RISPOSTE HO SCRITTO ciao.non avrei mai pensato che una piccola mail, peraltro scritta con l'indice della mano destra e con un bicchiere di glenmorangie nella sinistra, potesse trovare tale riscontro.E' certo che ho a che fare con le persone giuste e che ho toccato una nota sempre piu dolente per la nostra città. Il problema naturalmente non è il Torino; il problema è che abbiamo il diritto di considerarci reali produttori di cultura e arte e che ci spettano di diritto spazi, voce in capitolo e remunerazioni per ciò che facciamo. Venezia è un covo di mercanti che col minimo dello sforzo ottengono il massimo dei profitti. Bancarelle di cianfrusaglie piazzate dove meglio aggrada ai loro propietari. Padroni di casa che affittano in nero a studenti e poi pretendono che questi vadano a nanna alle dieci di sera qui nella città piu' a misura d'uomo del mondo. Musicisti che dovrebbero suonare per dieci euro a testa scarrozzandosi strumenti e idee per i ponti della laguna e che spesso hanno a che fare con gestori ottusi che sembrano regalarti lo spazio che invece ti è dovuto con tutti gli onori. Dove mai si è visto che una grande città (grande nel senso piu' nobile del termine) non consideri la cultura la ricchezza del suo esistere? Dove mai si è sentito che per suonare bisogna rispettare una dilettantesca grida di manzoniana memoria che decide come e cosa suonare durante le esecuzioni? E i volti assetati dei turisti che scoprono che a Venezia esiste una jam session e non solo i parrucconi o il jazz/non jazz di certi palazzi (io lo so perchè c'ero)....a prezzi sting? Insomma, ci si deve trovare tutti ma proprio tutti e avanzare richiesta alla nostra amministrazione di poter esistere e creare senza condizioni. Io ci ho messo troppo a prendere consapevolezza che forse non ero solo un ragazzino a cui veniva concesso di suonare la batteria nei bar ma ...un musicista (arrossisco) che stava dando qualcosa al luogo dove vive. Bye, Giovanni