20.2.06

FARE MUSICA

Da musicante quale sono mi chiedo cosa sia fare musica? La possibilità di creare armonie di spazi e suoni, un gioco libero di associazioni sonore dove il vuoto e il pieno dialogano. Per me il jazz è stata la possibilità di scoprire questo, come anche di comunicare emozioni in una maniera differente dalla canzone, che continuo ad amare sempre (ho un altro blog dedicato a Nick Drake infatti). "Emozione" è una parola pericolosa se usata in musica. Il sistema matematico dell'artigianato musicale permette di far provare emozioni a comando e questa è disonestà bella e buona che usano prezzolati muratori della canzonetta di consumo. Essere sul palco in due, tre o piu' persone e cercare di realizzare un'unità e produrre la magica sfera del suono attraverso vie traverse è uno dei momenti piu' impagabili e ad alto rischio per un musicista. Le jam al Torino ultimamente stavano diventando questo; partiti da una formula cocktail otto anni fa, si era arrivati a suonare fino alle due di notte, come i locali seri in contest non sempre ordinati ma selvaggi. Non sempre apportatori di crescita artistica ci servivano per sgrezzarci sul palco e ci facevano divertire (e ubriacarci) da matti. In questo caffè, l'ultimo luogo dove si potrebbe immaginare di fare una jam session molti di noi sono cresciuti e hanno cercato di fare un passo in piu' come musicisti. Oltre a me penso a Ropie o Alvise. Mai disturbato nessuno comunque, visto che non ci sono abitazioni intorno ma solo banche e uffici. Poi la delibera comunale ha messo un primo alt: concerti dalle nove alle undici. Ok ci stiamo: il momento dionisiaco e liberatorio viene tarpato ma si può suonare ugualmente. Amplificazione: tutti abbiamo sempre suonato acustici. Ovviamente bisognava dare un goccio di volume al contrabbasso e alla chitarra perchè, umanamente, sarebbe stato impossibile sentirli. Contravvenzione alla delibera!!! Già tante, troppe sono l regole alle quali tocca sottostare a Venezia...non ci siamo stati!!! Non si può scendere a patti con l'ignoranza di chi non sa che amplificare non significa suonare a volumi stadio ma correggere gli equilibri sonori fino a renderli al livello ottimale per sentirsi. Se penso al povero ampli da basso poi! una scatoletta di nome Maitho di pochi watt che tutt'ora resiste e la cui presa di corrente si fa largo tra le spine del condizionatore e delle luci che illuminano le opere d'arte che jebho espone. In quest'ultimo anno si è cercato di cambiare la jam; ormai la situazione era divenuta cronica e ripetitiva. Abbiamo conosciuto e diviso il palco con musicisti eccezionali come Beppe, Pasquale, Luigi, Federico, Danilo alzando il livello con dei veri e propri progetti musicali (il mio trio cober678, il Miingus project etc) e crescendo noi come musicisti. Occasionali jazzisti di passaggio si sono uniti a noi per suonare qualche standard. Ricordo soprattutto un anziano trombonista con un tiro della madonna col quale abbiamo suonato Lester leaps in a 200bpm!!!! Visti i recenti fatti accaduti mi chiedo se Venezia si meriti tutto questo.... Possibile che per l'assessorame vario ciò non comporti una perdita? Era già poco ciò che succedeva al Torino (poco nel senso che nella città che si vanta di essere la piu' celebre del mondo molti dovrebbero essere i luoghi dove ci sono veri laboratori artistici). cosa hanno voluto farne di questa città se non una costante vena d'oro a zero fatica?

1 commento:

Anonimo ha detto...

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