20.2.06

ALTRE RIFLESSIONI

Cari tutti, molti di voi avranno letto le dichiarazioni rilasciate al Gazzetino da un re delle notti veneziane, il magnifico rettore della facoltà di architettura Marino Folin; anche lui si dichiara perplesso e allarmato davanti ad una gestione della vita serale veneziana a livello di paesotto della bassa padana. Cosa porta gli assessori alla cultura ad abbassare il livello della nostra città è un mistero incomprensibile ma è un fatto. A Venezia si può tranquillamente vivere di rendita (i beati pochi che ci riescono). per il resto l'alcoolismo è una delle poche vie d'uscita al clima depressivo e ingrato. Spritz per tutti, grazie!!! Anzi no: visti gli ultimi provvedimenti non potremo nemmeno abbandonarci ai riti di Comus. Penso al caso del povero Fede del 'Round che avrà un danno economico ingente, visto che la chiusura dei locali dovrà avvenire entro l'una, l'ora in cui lui comincia a lavorare...patetico!!! Al limite potremo litigare con qualche celerino o lanciarci falafel o bicchieri di latte. Buon carnevale. Allego due interventi di due amici e colleghi, due riflessioni che portano un bel contributo alla nostra battaglia: DANILO GALLO (SUA MAESTA') io propongo una raccolta firme, fare una delegazione di 3-4 persone al massimo, e una richiesta di incontro con assessore ....... niente altro e questo si puo' e si dovrebbe fare al di fuori di carnevale. lutto al braccio e fermare la musica e' contro la musica stessa. poi a carnevale rischia di diventare parte integrante del delirio nullo-culturale del momento. a noi e ai veneziani (cioe' quelli che vivono a venezia) non importa che si urli in inglese o cose di questo genere. ricordate che il bavaglio non e' messo solo ai musicisti, ma soprattutto alle persone che hanno bisogno di musica, al pubblico cioe', con cui bisogna essere sinceri ed onesti. non serve mettersi in mostra. pubblico che, ricordiamocelo, e' fatto anche di gente che vive ed abita a venezia. non c'e', a mio avviso, bisogno di destabilizzare. destabilizzare cosa? il nulla? mischiarsi al mare di "turistame" o "turistume"? a cui non gliene puo' fregare nulla della cultura a carnevale; non serve. la cosa piu' importante al momento e' DIRE e FAR CAPIRE a chi ci governa - perche' non lo sa_ che un amplificatore e' indispensabile per uno strumento come il contrabbasso, o una chitarra semiacustica, che quindi va "semi"amplificata, e che le spazzole, cosi' come le bacchette, sono due colori diversi ma intrinsechi allo strumento "batteria". DIRE al nostro assessore e al sindaco che bisogna che le autorita' siano piu' flessibili verso quei pochi gestori volenterosi che continuano a credere nella musica. la legge (assurda) dell'amplificazione e via discorrendo, c'e', ed i vigili la applicano. in attesa che si cambi la legge (e li' si puo' fare la battaglia) richiediamo maggiore flessibilita' affinche' l'autorita' non smorzi quel poco di entusiasmo che ha chi vive a venezia e che ha voglia di musica e fa qualcosa perche ce ne sia un po'. quella vera. ma in primis, dobbiamo crederci noi stessi nella musica, che e' l'unico obiettivo che abbiamo, ed impegnarci noi stessi a rispettarla di piu'. onesta', e come dice beppe, solo la nostra onesta' culturale verso la musica puo' permetterci di dimostare non che manca la musica e punto, ma che la gente, la cittadinanza, noi tutti ne ABBIAMO BISOGNO. esiste a venezia un'associazione culturale NOSTRA che abbia come scopo la diffusione e la promozione della musica come cultura? noi musicisti cosa abbiamo fatto fino ad ora a tal proposito? .......... ciao a tutti, danilo DANIELE GOLDONI (EMINENT PH.D) Sono d'accordo con Danilo. Inoltre: una associazione culturale sarebbe unabuona sede per articolare le ragioni culturali di una pratica diffusa equalitativamente abbastanza significativa (forse occore anche questodifficile passaggio, se si vuole avere come interlocutrice una "politica"non demagogica, solo a caccia di voti dei cosiddetti "giovani") di musicaa Venezia. Inviterei tutti noi (dopodiché anche i politici, eventualmente)a pensare alla penosa situazione di scollamento totale fra la musica"classica" istituzionale e di avanguardia (Biennale, Fenice, etc.), le sueimitazioni turistiche (i Vivaldi a caro prezzo ovunque ci sia una chiesa,le opere liriche in formato ridotto alla Scuola di S. GiovanniEvangelista...) che non seminano nulla di germinante (con tutta lacomprensione e il rispetto per chi ci suona per lavoro) dicevo loscollamento fra queste cose e la ricerca musicale, confinata alConservatorio o in qualche luogo laterale, e ancora lo scollamento fraquesti momenti di ricerca e i pochi luoghi in cui si suona dal vivo: pochie soggetti a occasionalità varie (compresi i vigili) e a scelte dei gestoriche non trovano momenti di riflessione collettiva, perché manca uninterlocutore (potrebbe essere appunto la associazione). La musica dalvivo, soprattutto se non è vincolata dall'appartenenza a "generi" giàlegittimati in quanto si suppone che il pubblico li gradisca (ma chi è ilpubblico? Il test che gradisca è che batta il tempo? Che balli? Che beva? Oche stia in silenzio? E quante volta arriva un pubblico diverso, se laproprosta è diversa?) può essere un buon laboratorio per molte esperienzeavanzate, come è accaduto e accade in altre città più fortunate. Laquestione grande è la (non) relazione che c'è nella città fra i momentiistituzionali e gli spazi aperti alla sperimentazione in presenza di unpubblico non istituzionalizzato. E non riguarda solo la musica...Ciao, Daniele

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Giovanni, sono Lorenzo per capirsi quello che suona con Simone Destro (simon right for english man!).
Volevo solo dirti che sono perfettamente d'accordo con te con quanto detto a proposito della questione "suonare a Venezia".
Considerando poi che primissima cosa il Rock a venezia è relegato in pochissime occasioni quali "Festa dell'unità" e "Festa di liberazione" in forme comunque un pò d'elite quali Ska e Punk, in città fare musica è quasi impossibile se non si "pratica" musica quasi acustica come il jazz (sempre che sia "standard" o al più contaminato dalla bossanova).
Si, Venezia è una città del tutto unica in tutto anche nell'intrattenimento e posso dire con tutta onestà che l'arte essendo l'essenza stessa della città nella quale viviamo, non può essere censurata, il rispetto dei diritti altrui (quali il diritto a un sano e salutare riposo e a una pubblica e inviolabile quiete) deve essere si rispettato, ma nel rispetto delle norme vigenti, l'orario delle 23-00 è più che sufficente, se rispettato, ad assicurare una libera espressione delle arti quali la musica che, cos'è se non la più diretta delle libere espressioni artistiche?
Per cui Giovanni ben vengano i blog come il tuo, la musica a Venezia sta morendo, solo i bar a Santa Margherita possono "Sparare" Watt fino alle 2 del mattino dalle radio senza che i vari "signori del campo" possano indignarsi dato che son loro stessi che sparano? e forse tu sai a chi e che cosa mi riferisco?!?
Un' ultima considerazione, l'intrattenimento musicale è una forma di marketing oppure un veicolo culturale?
Al popolo la risposta
Ciao Giovannone!!

Anonimo ha detto...

Nice colors. Keep up the good work. thnx!
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