4.3.06

sBAttI IL noSTRo iN PRimA pagINa

CIAO SIGNORS, PUBBLICO SUL BLOG UN ARTICOLO CHE IL GIORNALISTA ENRICO VERONESE, DE "IL PADOVA", AVEVA PREPARATO MA NON E' STATO PUBBLICATO. CON PIACERE NOTO CHE LA VOCE SI STA DIFFONDENDO. VIENE OVVIAMENTE USATO IL VECCHIO NOME DEL BLOG; NON LO CAMBIO PER NON TOCCARE UNA COSA NON MIA. PENSO CHE LA QUERELLE CON "VENEZIA SUONA" SIA ORMAI RISOLTA (MA LA GENTE CHE LEGGE NON VA OLTRE IL TITOLO?) La chiusura di un locale ai concerti scatena la rabbia e l’orgoglio dei complessi lagunari, riunitisi informalmente per rispondere “Venezia non suona”: requiem dei musicisti messi in sordina di Enrico Veronese E’ un vero controsenso che la più vibrante delle proteste artistiche degli ultimi anni a Venezia, quella dei musicisti, trovi nei giorni del carnevale una scintilla definitiva, della quale proprio non si sentiva il bisogno. D’accordo che le questioni poste dall’ “agitazione” dei suonatori trascendono il periodo di festa e si proiettano all’immediato avvenire e alla stagione calda, ma sarebbero probabilmente state sopite senza l’intervento della polizia municipale a sancire uno stop all’imminente programmazione del Bar Torino Notte in campo San Luca. I fatti: negli ultimi giorni del 2005 i vigili urbani contestano ad Andrea Brunello, gestore del noto e centralissimo locale, l’uso di un amplificatore, a contravvenire l’ordinanza del 1999 che prevede la sola possibilità di ospitare concerti acustici, dopo le insistenti proteste di ogni vicinato nella città storica. Solo che la notifica è stata fatta cadere il 3 febbraio, con conseguente inibizione del calendario prefissato per carnevale. L’ultimo di una serie di interventi, certo, però decisivo tanto ai fini dell’economia dell’esercizio colpito, quanto dell’esaurimento della pazienza di una nutrita serie di attivisti musicali, che non si rassegnano all’invecchiamento “museale” del luogo in cui vivono. Così, su iniziativa del batterista Giovanni Natoli e di altri storici esponenti della live music lagunare, per lo più riconoscentisi nel Venice Jazz Project, si è addivenuto alla costituzione di un comitato spontaneo, in continuo incremento di adesioni, che ha nel blogvenezianonsuona.blogspot.com il suo autoalimentato ‘organo di stampa’, ove lanciare idee, progetti a lungo termine, e perché no provocazioni carnascialesche. Così, da sabato 18 fino alle Ceneri, ogni sera la Banda Da Rio di Alberto “Bebo” Seggi sfida il silenziatore posizionandosi sotto le arcate del tribunale a Rialto, coinvolgendo veneziani e turisti con il suo trascinante meltin’samba; nel mentre l’adiacente campo della Bella Vienna vedrà sfilare musicisti col lutto al braccio che si fermeranno per dei secondi, il tempo di leggere un comunicato che recita: “questa sarebbe Venezia senza la musica” e di distribuire petizioni di sensibilizzazione. Queste forme vedono solidale anche il laboratorio Morion, responsabile del “Carnevale NoMose” di San Giacomo dell’Orio, e già si studiano le misure per arrivare ad un supporto al “movimento” da parte della star Goran Bregovic, giovedì grasso sul palco della Piazza. Ma i musici vagantes non si fermano certo qua: dopo il carnevale sarà richiesto a gran voce un incontro con gli enti locali sull’annoso tema degli spazi per le arti, con la consapevolezza che strutture esistenti ci sono (basti pensare all’ex PalaFenice, alla Stazione Marittima, alla caserma Manin) e che, opportunamente insonorizzate, consentirebbero la piena libertà di espressione, in un circolo virtuoso che prolungherebbe la vita di Venezia a dopo il tramonto, e per qualche anno ancora della sua vetusta carta d’identità…