4.3.06

nostalgia in st. mark's square

GIRANDO per Venezia, attraversando la sua malinconica bellezza, incrociando le centinaia di imposte chiuse di case che non verranno affittate a nessuno (ha senso questo?), entrando nei bar di Chinatown, respirando la sua incongrua aria di paesana vestita da signora, spendendo cifre irragionevoli per un attimo di ristoro, non trovando un servizio per ciò che mi serve, mi domando quanto difficile sia poter cambiare lo stato delle cose. Da bambino ricordo una città brulicante di vita, dove il flusso turistico si incrociava con la vita indigena. Venezia è sempre stata un affare ma in passato veniva amministrata con maggiore rispetto e occulatezza. Non sto facendo l'elogio dei tempi andati, nè cantando la mia giovinezza; sono solo stupefatto della povertà di un luogo datto per caratteristiche urbane ad essere laboratorio di esperienze, luogo di gioia e di incontro. La battaglia per la musica è solamente un aspetto di una battaglia culturale ed esistenziale per far sì che chi intende usufruire di questa città in maniera consapevole, creativa e ludica possa trovare risposta alle sue esigenze. Per me: 1) si dovrebbe modificare profondamente l'incompetente delibera che limita all'osso, sotto il minimo indispensabile, l'attività delle performances nei locali. 2)si dovrebbe creare e ottenere una specie di statuto che svincola queste attività dalle demenziali more di enti quali s.i.a.e. (si dovrebbe abolire la s.i.a.e. ma accontentiamoci per ora, la s.i.a.e. che si accanisce contro musicisti nè ricchi nè venduti ma non torce un capello a Mogol e Zucchero: che difesa del copyright sarà mai questa?) 3)si dovrebbero facilmente finanziare locali e artisti che presentano progetti atti a produrre cultura e divertimento 4) creare un programma permanente di attività nei locali e nei campi, di modo che Venezia, che non è una campagna nè una città industriale, produca l'ortaggio che le è naturale: la cultura. e poi...una battuta che da anni faccio: si dovrebbero affittare a basso costo le abitazioni situate in prossimità dei locali agli stessi artisti, che naturalmente non starebbero a casa a battere sul pavimento o chiamare la polizia ma nel locale stesso, a fare gli occhi dolci ad un vodka martini di troppo Sono solo alcune idee, discutibilissime magari. Se ne parlerà tra di noi. L'importante è essere precisi nelle richieste e d'accordo, lasciando da parte magari una parte della propria individualità per l'intesa comune. Un sogno: rivitalizzare Venezia, rendendola a misura di essere uamano, nelle piccole cose e nei progetti faraonici. Possiamo partire da questo. ciao signors