13.1.07

copioincollo e son d accordo

pubblico da "Libero" news senza commento Trentenni/ Ribelliamoci contro il basso qualunquismo
Sabato 13.01.2007 10:00

di Alessandro Rimassa

“Adesso fanno arrivare i rumeni, poi voglion dare i nostri bambini ai gay e magari anche ai trans... ma dove andremo a finire, signora mia?”

Nella frase che ho riportato c’è una giusta domanda: dove andremo a finire? Quelle parole sono uscite dalla bocca di una signora sui 65 anni, accento vagamente del nord, che l’altra mattina camminava con un’amica per una via del centro di Milano. Le due se la prendevano con Prodi e con il Governo ladro, immaginando un futuro disastroso e disastrato per il nostro bel paese. Tutte le colpe, ad ascoltar loro, sono dell’attuale Governo: che permette ai rumeni di entrare indisturbati in Italia, che sta per fare una legge sulle adozioni gay, che magari darà i bambini anche ai trans.

Tutte cose false, ovviamente. Non è il Governo che fa entrare i rumeni in Italia, è che la Romania, ora, fa parte dell’Unione europea. Non c’è, allo stato attuale, nessun disegno di legge né proposta sulle adozioni gay. Nessuno, quindi, sta pensando di far adottare i bambini ai transessuali.

La signora si chiedeva “Dove andremo a finire?”, e la domanda è più che legittima: con tutto questo qualunquismo, dove andremo a finire?

La colpa, certo, non va attribuita alla signora di cui sopra. Sono i nostri dirigenti e politici che, sui giornali e soprattutto in televisione, rimbambiscono la gente con dichiarazioni terroristiche, populiste e qualunquiste. Non c’è, nei nostri politici, onestà intellettuale, per tirar l’acqua al proprio mulino si infarciscono i propri discorsi di notizie volutamente false e tendenziose. Sui Pacs si dice no e si invita la gente a ribellarsi, “... perché altrimenti i nostri bambini verranno affidati solo a coppie omosessuali!”. Sono queste frasi a effetto, questo populismo becero, a influenzare le masse e, di conseguenza, a rovinare l’Italia.

Sono queste le cose da combattere, sono questi i piccoli mali che, sommati l’uno all’altro, fanno di questo Paese un grande malato. Se dalla signora di 65 anni non possiamo aspettarci comportamenti che segnino la svolta, certo dai più giovani dobbiamo pretenderli: e motore di questa silenziosa ma costante e speriamo efficace ribellione, dobbiamo essere noi trentenni.

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